domenica 20 marzo 2011

Il Cool Jazz

Il cool jazz è una corrente del jazz che si è affermata tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni'50.
L’aggettivo cool è stato da molti tradotto con freddo dando un’impressione di freddezza che il cool jazz non ha mai avuto. Basta ascoltare uno dei suoi maggiori esponenti, Chet Baker, per rendersene conto. Anche se gli esponenti di questo genere furono sia neri, sia bianchi, il Cool Jazz fu considerato la versione “bianca” del “nero” bebop. Il Cool, però, fornisce una versione più rilassata e per certi versi cantabile, priva di quelle asprezze tipiche dei boppers e dalle linee melodiche meno complesse, con non pochi riferimenti alla musica classica. I protagonisti del cool sono tendenzialmente sperimentatori. Il Cool Jazz non rinuncia a pulsioni molto innovative e spinge il jazz verso una nuova consapevolezza di se, fuori dai club e dentro le sale da concerto. In uno scenario come quello degli anni ’50, caratterizzato da un clima d’inquisizione e di caccia alle streghe (questa è l’epoca del cosiddetto maccartismo), il jazz diventa uno strumento di diversificazione. Si crea uno stile di vita legato alla frequentazione di club, dove poter ascoltare musica e discutere di libri tabu nella perbenista società americana dell’epoca. Una particolarità di questo stila sta nel fatto che non ci fu quel meccanismo di espropriazione che aveva afflitto buona parte del jazz. Nessun bianco affermò di aver inventato il jazz o pretese di ripulire la musica afroamericana. I bianchi, questa volta, portarono una propria sensibilità ed è per questo che il cool ebbe la forza di creare elementi musicali nuovi.

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